CORSI DI FORMAZIONE PER DOCENTI, OPERATORI DELLO SVILUPPO E RAPPRESENTANTI DI ENTI LOCALI SULLA GESTIONE POSITIVA DEI CONFLITTI
SCHEDA SINTETICA
Come è apparso evidente negli ultimi avvenimenti dei Balcani, le situazioni di conflitto violento coinvolgono in maniera importante la società civile (intesa in senso lato), sia come vittima di soprusi e violenza, sia come soggetto che alimenta il conflitto stesso. Il conflitto è una condizione del vivere sociale connaturato alla relazione sana tra gli esseri umani e anche tra le comunità. Una società sana, però, è in grado di attivare meccanismi di composizione del conflitto in forme non violente, attivando luoghi di concertazione, di mediazione sociale, culturale, politica. Come accade oggi, nella maggiore parte dei casi, e spesso con il coinvolgimento attivo della società civile, nei paesi democratici. Ciò che è apparso con molta chiarezza nei recenti fatti della ex Jugoslavia e poi dei Balcani, è come il conflitto violento abbia coinvolto appieno la società civile in tutte le sue componenti.
Nell’affrontare il tema della pace e della prevenzione dei conflitti e, diremmo meglio, della degenerazione del conflitto in violenza, vanno quindi presi in seria considerazione due aspetti. Da una parte l’analisi di quali siano le cause che hanno generato e favoriscono la degenerazione del conflitto. Laddove spesso alcune delle cause, come quelle economiche, sono sottovalutate, a favore di altre, come quelle di natura etnica.
Dall’altra parte è necessario capire quali siano le condizioni che possono favorire una sua composizione e che pongano le premesse per l’affermarsi di una cultura che veda nella pace l’unica opzione possibile. Come ormai riconosciuto da più parti, la sola azione diplomatica non è più sufficiente a risolvere situazioni le cui cause sono molteplici. In questa ottica, l’aumento della consapevolezza del ruolo della società civile nel creare un ambiente, politico, sociale e culturale, favorevole alla prevenzione della degenerazione del conflitto appare un obiettivo prioritario.
A tale scopo crediamo che sensibilizzare e formare alla capacità di affrontare in maniera costruttiva i conflitti che ci coinvolgono a livello personale sia un punto di partenza importante per lavorare al meglio per la pace nei grandi conflitti, sociali ed internazionali. Le attività di formazione svolte con un approccio interculturale, nella scuola e nella società, in questo senso possono possedere un grande potenziale per incoraggiare e sostenere il mutamento di prospettiva nella direzione della gestione e risoluzione positiva dei conflitti. Intercultura, in questo senso, è il riconoscimento della diversità (culturale, politica, religiosa) nell’altro e in se stessi, inteso in senso individuale e collettivo.
Il CISP vanta una esperienza pluriennale nella formazione orientata alla pace e alla gestione positiva dei conflitti, avendo realizzato diversi corsi di aggiornamento e formazione, rivolti ad educatori sia formali che informali, all’interno dei quali i temi del conflitto e della pace hanno avuto sempre un’attenzione prioritaria. Nel corso di tale esperienza il CISP ha avuto modo di capitalizzare contatti e collaborazioni con esperti sul tema e associazioni che si occupano specificamente della questione in oggetto e che facilmente possono essere coinvolti nell’iniziativa che si pensa di svolgere, assicurandone in questo modo un alto livello qualitativo.
L’iniziativa in oggetto prevede quindi la realizzazione di 5 corsi di formazione sul tema della pace e della prevenzione dei conflitti da svolgersi in 5 città italiane ed in collaborazione con 5 Associazioni partner.
Tali corsi hanno l’obiettivo di sviluppare il concetto di gestione positiva del conflitto attraverso una strategia mista di:
*incontri-dibattito sui temi specifici quali le cause e lo sviluppo dei conflitti e i processi di pace; *laboratori di gruppo sulla percezione dei conflitti nelle relazioni quotidiane, sociali e internazionali *incontri diretti con rappresentanti di scuole, ONG ed enti locali provenienti dall’area dei Balcani (in particolare: Bosnia-Erzegovina), del Corno d’Africa (in particolare: Etiopia ed Eritrea e Somalia) e del Medioriente (in particolare: Palestina), sulla conoscenza specifica di paesi in cui il tema dei conflitti è allo stesso tempo questione interpersonale ed internazionale.
Si fa presente che tali aree sono state identificate tra quelle in cui il CISP è presente con progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo e di emergenza.
In ultima analisi, saranno promosse e sviluppate iniziative e attività da svolgersi direttamente nei paesi esteri presi in considerazioni. Tali attività si sostanzieranno in Convegni e Seminari rivolti agli stessi soggetti-target omologhi del programma in oggetto.
Al fine di attuare un programma che punti a incidere in maniera seria sul territorio, è sembrato importante coinvolgere nei corsi di formazione almeno tre settori della società:
*il mondo della scuola, attraverso gli insegnanti referenti per l’educazione allo sviluppo e l’intercultura;
*le associazioni che svolgono attività sul territorio in Italia e all’estero, attraverso i loro referenti per l’educazione allo sviluppo e l’intercultura;
*gli enti locali e le regioni, attraverso i loro incaricati per l’educazione allo sviluppo o per la cooperazione, quando è presente, o comunque le persone che sono preposte a questo tipo di attività.
$11. Partner
I corsi saranno svolti in partenariato con le seguenti Associazioni: Acuarinto (Agrigento); Terra (Cagliari); Solidarte (Matera); Associazione Coordinamento e Solidarietà (Salerno); Cipax (Roma).
$12. Altri soggetti
Si prevede di coinvolgere enti pubblici e privati nel progetto e di mobilitare altre risorse economiche in corso di realizzazione delle attività. In particolare si prevede di attivare gli enti locali e le regioni, che rappresentano anche parte dei destinatari dell’azione, al cofinanziamento di iniziative internazionali parallele al progetto. Si fa presente che qualora la sollecitazione a tali enti dovesse concretizzarsi in contributi economici e/o di servizi per il progetto, il CISP ne darà immediata comunicazione a codesto Ministero.
$13. Obiettivi generali
Riqualificare la formazione specifica degli insegnanti, già referenti per l’EaS e l’Intercultura presso i loro Istituti, sul tema e sulla pratica della gestione positiva del conflitto;
promuovere e rafforzare all’interno della scuola l’attenzione ai temi dell’EaS e all’Intercultura;
favorire e facilitare l’interazione sul territorio nazionale tra mondo della scuola, mondo dell’associazionismo ed enti locali;
sperimentare metodologie innovative e interattive di lavoro che siano in grado di produrre cambiamenti sostanziali e profondi dei comportamenti ;
favorire i contatti diretti tra realtà del nord e realtà del sud del mondo.
3.2. Specifici
Formare e riqualificare personale già referente per l’Intercultura presso il proprio settore di lavoro, sul tema della pace e della gestione positiva dei conflitti al fine di assicurare la ricaduta e la moltiplicazione dei risultati dei corsi. In particolare:
fornire strumenti interpretativi sulla gestione positiva dei conflitti sia a livello micro (personale) che a livello macro (internazionale) al fine di coscientizzare i destinatari circa i possibili legami tra conflitti interpersonali e conflitti interstatali;
fornire i corsisti di strategie e metodologie innovative per lavorare sull’EaS e l’intercultura attraverso la pratica di gruppo e l’uso di strumenti diversificati;
promuovere la progettazione e la sperimentazione di percorsi didattici all’intercultura;
creare una rete nazionale tra scuole, associazioni ed enti locali, attraverso la conoscenza diretta e la cooperazione nel lavoro dei corsi, che valorizzi le singole esperienze e le faccia circolare rendendole patrimonio comune;
attivare collaborazioni tra scuole, associazioni ed enti locali in Italia e gli omologhi nei paesi terzi, attraverso la promozione di incontri ed iniziative a carattere internazionale;
pubblicare un testo contenente le “buone prassi” per la formazione orientata alla gestione positiva dei conflitti e divulgazione del testo attraverso l’organizzazione di un incontro pubblico nazionale, la spedizione e l’inserimento del testo sul sito web del CISP.
$14. Tematiche proposte
a. La competenza alla gestione positiva del conflitto nell’incontro tra culture: il dialogo come approccio al consenso.
In questo senso l’educazione alla Interculturalità sarà affrontata come l’educazione ai rapporti umani e alla convivenza e, in ultima analisi, alla gestione dei problemi legati all’incontro con l’altro. Di come la gestione positiva dei conflitti si fondi su determinate competenze, quali la comunicazione, la fiducia, la cooperazione, le tecniche di mediazione e di risoluzione dei problemi, che ogni persona può apprendere e sviluppare.
b. Gestione positiva dei conflitti: dall’interazione tra singoli ai processi di pace internazionali
In questo senso sarà affrontata la questione del rapporto tra il modo in cui vengono affrontati e gestiti i conflitti interpersonali che si incontrano nella vita quotidiana, i cosiddetti conflitti a livello micro, e i problemi e i conflitti che si presentano nella dimensione sociale ed internazionale, i cosiddetti conflitti a livello macro.
c. Vivere la pace nelle relazioni quotidiane, nei conflitti sociali, nei processi storici
In questo senso sarà affrontata la questione della trasformazione del conflitto in senso costruttivo e di come questa competenza acquisita a livello interpersonale può aiutare a riflettere su cosa fare per la pace nel mondo.
d. Conflitti e processi di pace: i casi di PVS in bilico tra conflitti e pacificazioni (Balcani, Corno d’Africa e Medioriente; )
In questa sessione saranno presi in considerazione e analizzati casi di conflitti e processi di pacificazione di alcune realtà internazionali, con particolare riguardo al contesto socio-economico in cui tali conflitti sono degenerati negativamente e al ruolo che la società civile ricopre in tali paesi.
5. DESTINATARI
5.1. Insegnantidi Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, referenti per l’ambito Intercultura ;
5.2. Operatori dello sviluppo di ONG e Associazioni, referenti per l’Educazione allo Sviluppo;
5.3. Rappresentanti di Enti Locali e Regioni, incaricati o preposti ai settori Intercultura, cooperazione o altre attività socio-culturali.
La scelta di lavorare con i referenti all’Educazione allo Sviluppo e all’Intercultura risponde all’obiettivo di moltiplicare i risultati dell’iniziativa e di renderli parte della programmazione degli ambiti di riferimento.
6. Attività
Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti principali attività:
$1a. 5 corsi di formazione, destinati a scuole, associazioni, enti locali e regioni;
$1b. testo finale sulle buone prassi e sua presentazione in un incontro pubblico nazionale
$1c. costruzione pagina web del progetto sul sito CISP
$1d. realizzazione di iniziative seminariali all’estero.
a. Corsi di formazione
Ogni corso sarà articolato nel modo seguente:
a.1. Incontri tematici in plenaria
Svolgimento di 4 incontri in plenaria di 3 ore ciascuna, per un totale di 12 ore di lezione. I titoli delle plenarie, che affronteranno aspetti specifici del più generale tema del conflitto e della pace, sono i seguenti:
- La competenza al conflitto nell’incontro tra culture: il dialogo come approccio al consenso.
- La gestione positiva dei conflitti: dall’interazione tra singoli ai processi di pace internazionali
- Vivere la pace nelle relazioni quotidiane, nei conflitti sociali, nei processi storici
- Conflitti e processi di pace: i casi di PVS in bilico tra conflitti e pacificazioni (Balcani, Corno d’Africa e Medioriente; )
a.2. Laboratori di gruppo
All’interno di ogni corso saranno realizzati 2 laboratori di gruppo di 12 ore ciascuno, per un totale di 24 ore di lezione distribuite tra 4 sessioni di 3 ore. I corsisti saranno divisi in 2 gruppi di 15 persone e ogni gruppo parteciperà ad un laboratorio. I temi dei laboratori di gruppo riprenderanno il tema specifico della gestione positiva dei conflitti e porranno l’accento sull’acquisizione di competenze per la risoluzione pacifica dei conflitti a livello micro e per la comprensione delle dinamiche macro dei conflitti.
Sia nell’ambito delle plenarie che all’interno dei laboratori, saranno svolte simulazioni di percorsi didattici disciplinari e interdisciplinari da replicare presso le scuole e saranno identificate possibili iniziative pubbliche suscettibili di essere realizzate sul territorio.
a.3. Incontri con ospiti internazionali
All’interno dei corsi si prevede di realizzare due giorni di lavoro, scambio di esperienze e proposte di collaborazione e programmazione di iniziative comuni con rappresentanti di scuole, associazioni ed enti locali dei paesi esteri presi in considerazione.
In particolare gli ospiti invitati saranno identificati, tra quelli delle aree prese in considerazione, sulla base degli interessi dei corsisti e, qualora vi fossero, di rapporti pregressi già attivati tra i corsisti e le realtà dei PVS interessate dal progetto.
b. pubblicazione finale
Al termine dei corsi è prevista la pubblicazione di un testo contenente le buone prassi per la formazione orientata alla gestione positiva dei conflitti, cui collaboreranno gli stessi relatori e trainers dei corsi. In particolare si porrà l’accento sui contenuti tematici, che saranno curati dai relatori dei corsi, in particolare dagli esperti dei PVS presi in considerazione, e sui percorsi metodologici utili alla pratica non violenta, che saranno curati dai trainer coinvolti nei corsi.
c. pagina web
vedi sopra
d. Incontri seminariali all’estero
In collaborazione con gli ospiti internazionali che interverranno ai corsi, saranno organizzati degli incontri seminariali all’estero sui temi affrontati nei corsi stessi. Gli incontri saranno tre, uno per ogni area presa in considerazione (Corno d’Africa, Balcani e Medioriente), e si sostanzieranno nella realizzazione di due giornate di studio cui parteciperanno rappresentanti di scuole, associazioni ed enti locali dei paesi esteri che saranno intervenuti ai corsi italiani. Gli incontri avranno come obiettivo principale quello di riportare la testimonianza dell’esperienza realizzata in Italia e di trovare forme di collaborazione ad iniziative future tra i paesi e l’Italia sui temi della pace e per uno sviluppo locale più integrato nel proprio territorio. Gli incontri saranno svolti presso sedi pubbliche messe a disposizione da enti locali e associazioni e potranno usufruire di apporti e sostegni in servizi da parte delle istituzioni locali. Il CISP inoltre, presente in queste aree da diversi anni, si impegnerà a mobilitare persone ed eventuali risorse integrative per la buona riuscita delle iniziative da realizzare.
LA GESTIONE POSITIVA
DEI CONFLITTI
Corso di formazione
In lingua cinese "conflitto"
si rende con due ideogrammi
" wei - ji " che significano
rispettivamente
pericolo e opportunità
PLENARIE
ore 16,00 - 19,00
v 28 febbraio, mercoledì
Comune di Salerno
Roberto Tecchio
Il conflitto : che ne vogliamo fare? Introduzione alla gestione, trasformazione e risoluzione nonviolenta dei conflitti
v 16 marzo, venerdì
Aula magna del Liceo Classico "Tasso"
Luisa Morgantini
Testimonianze dalla Palestina -
Relazioni tra donne nei luoghi di conflitto
v 26 marzo, lunedì
Salone della Provincia
Francesco Tullio
Micro - macro : rapporti tra conflitti personali e conflitti internazionali
LABORATORI
ore15,30 - 18,30
Ripartizione Servizi Sociali del Comune,
via La Carnale, 8 - Salerno
Ø venerdì 9 marzo
Ø mercoledì 21 marzo
Ø venerdì 30 marzo
Ø mercoledì 4 aprile
RELAZIONE FINALE SUL “CORSO DI FORMAZIONE PER DOCENTI, OPERATORI DELLO SVILUPPO E RAPPRESENTANTI DI ENTI LOCALI SULLA GESTIONE POSITIVA DEI CONFLITTI”
SALERNO – Febbraio/Aprile 2001
L'associazione "COORDINAMENTO SOLIDARIETA' E COOPERAZIONE”, promotrice del corso a livello locale, è da anni impegnata nel territorio salernitano sui temi del consumo equo e della formazione. Ha promosso e realizzato corsi di formazione nelle scuole, sia con alunni che con insegnanti, sui temi della pace, della gestione positiva e non violenta dei conflitti, dell’educazione allo sviluppo e alla interculturalità. La sede dell’Associazione in Vico Piantanova, 17/19 a Salerno ospita una biblioteca in cui è possibile consultare testi sulle tematiche e sulle metodologie dell’Educazione alla Pace, sulla didattica interculturale, la psicopedagogia, la letteratura per ragazzi, l’educazione allo sviluppo e alla mondialità ed è sede anche della Bottega del Commercio Equo e Solidale "equAzione".
In questi anni l’associazione ha partecipato a diverse esperienze di formazione pedagogica centrate sull’obiettivo dell’educazione alla pace e alla luce di tali esperienze si è ritenuto che sia compito di ogni educatore acquisire strumenti che facilitino una trasformazione della nostra realtà orientata maggiormente verso una cultura di pace.
Questa trasformazione, infatti, per i difficili cambiamenti che comporta sul piano personale, attiva una dinamica psicologica complessa; la costruzione di una cultura di pace ha però dalla sua, sul piano individuale, l’esigenza di benessere presente in ogni individuo, orientata verso una piena integrazione del Sé e, sul piano sociale, il processo storico politico che ha decretato il fallimento della guerra come modalità di risoluzione dei conflitti tra gli stati (basti vedere quello che è accaduto nell’ultimo anno e mezzo).
In questo senso la costruzione di una cultura di pace è un processo che potenzialmente si può realizzare in qualsiasi ambito professionale o relazionale, più realisticamente, però, è possibile promuoverlo in un contesto di aiuto terapeutico o in un contesto di formazione pedagogica.
E proprio a partire da tale esperienza di formatori e di pedagoghi che si inserisce questo nuovo progetto organizzato con il CISP, partner che già in altre occasioni ha collaborato e supportato l’associazione "COORDINAMENTO SOLIDARIETA' E COOPERAZIONE” nella realizzazione di corsi di formazione realizzati nell’area della provincia di Salerno.
Il corso in oggetto, rivolto ad insegnanti, operatori e rappresentanti degli Enti Locali, ha avuto come tema centrale “La gestione positiva dei conflitti” e si è svolto nell’arco di due mesi, iniziando il 28/2/2001 e concludendosi il 24/4/2001 con le giornate di studio internazionali.
Sia la Provincia che il Comune di Salerno hanno dato il patrocinio morale alla manifestazione.
Il corso è stato strutturato in tre parti: una serie di incontri in plenaria, aperti anche a persone non iscritte; quattro laboratori interattivi, solo per i corsisti, e due giornate di Incontro Internazionale, aperte a tutta la cittadinanza.
Inizialmente si sono avute 45 iscrizioni e concretamente al corso hanno partecipato 34 persone, 13 insegnanti, 5 rappresentanti di Enti Locali e 14 operatori di Associazioni locali.
Gli incontri plenari, si sono svolti secondo il seguente calendario:
- 28 febbraio 2001 – “Il conflitto: che ne vogliamo fare? Introduzione alla gestione, trasformazione e risoluzione non violenta dei conflitti” - Relatore Roberto Tecchio.
- 16 marzo 2001 – “Testimonianze dalla Palestina. Relazioni tra donne nei luoghi di conflitto” – Relatrice Luisa Morgantini.
- 26 marzo 2001 – “Micro-macro: rapporti tra conflitti personali e conflitti internazionali” – Relatore Francesco Tullio.
- 2 aprile 2001 – “Stare sulla soglia: la mediazione dei conflitti” – Relatore Enrico Euli.
I quattro laboratori di tre ore ciascuno – a cui hanno preso parte i corsisti divisi in due gruppi - si sono svolti nei giorni 9, 21, 30 marzo e 4 aprile 2001.
Nella fase di progettazione dei laboratori si è lavorato tenendo ben presenti i punti più qualificanti delle esperienze formative realizzate dal gruppo di formatori dell’associazione, concretamente:
La fase del contratto: in questa fase si lavora sulle aspettative dei partecipanti, favorendo subito un loro coinvolgimento attivo. Vengono chiariti i presupposti culturali dell’esperienza formativa sottolineando in particolare l’importanza del conflitto come momento centrale creativo in quanto luogo in cui emergono più chiaramente, dietro le diverse posizioni dei membri del gruppo, i valori naturali; al tempo stesso il conflitto viene esaminato anche come il luogo in cui agiscono con più vivacità i meccanismi di scissione e accanimento. | ||
L’analisi della cultura istituzionale o di gruppo: attraverso l’utilizzo di esercizi individuali o di gruppo, o di altre tecniche creative, si può analizzare la relazione esistente tra i valori affettivi veicolati dal proprio compito e il tipo di cultura esistente nel gruppo, chiarendo ed elaborando le diverse posizioni culturali dello stesso. | ||
L’uso della creatività: viene così facilitata l’elaborazione dei conflitti poiché è possibile contenere e superare l’emotività che é presente solitamente nei gruppi quando si confrontano posizioni diverse; tale obiettivo si ottiene trasferendo il conflitto sul piano simbolico attraverso l’uso di giochi creativi o attraverso l’esperienza della simulazione che aiuta a lavorare su un pensiero multiplo che tiene conto di più punti di osservazione. | ||
La necessità di avere chiaro un percorso e un progetto finale tenendo conto sia dei diversi livelli di conflittualità presenti sia dei percorsi necessari per risolverli. |
Partendo da questi punti chiave si sono poi concretamente elaborati i quattro laboratori:
1° incontro
Consegna della cartellina | ||
Gioco di conoscenza. “Il grande vento soffia su….” Tutti seduti in cerchio eccetto il conduttore che inizia il gioco dicendo: Il grande vento soffia su tutti quelli che come me…ed aggiunge un esperienza, un particolare gusto, abitudine che possa essere condivisa dai presenti. Coloro che sentono “il vento soffiare” devono alzarsi ed occupare un’altra sedia. Chi rimane senza sedia continua il gioco) | ||
Aspettative: vorrei….non vorrei…….sono disposto a….. |
Break |
Role-play: condominio 7 attori; militare 40 anni sposato di origine meridionale; ex sessantottino; coppia sposi lui informatico lei bella e oca; sessantenne donna decaduta economicamente, non paga; amministratore; imprenditore berlusconiano; osservatori (scheda: affittiamo il locale si o no? alleanze? mediatori? cambiamento di posizione? soluzione accettata o imposta? soddisfa le parti?) | ||
Dopogioco. Discussione ed approfondimento su: modalità di relazione, cambiamento di posizione, clima facilitante, il conflitto: bisogni, disagi, problemi. | ||
Consegna Scheda sulla Palestina “Biladi Biladi” |
2° Incontro
Gioco di riscaldamento: ti piacciono i tuoi vicini (Seduti in circolo, con una sedia in meno. La persona senza sedia chiede ad un altro seduto: Ti piacciono i tuoi vicini? Tre possibili risposte: 1. Sì (i due vicini si scambiano di posto); 2. si, ma preferisco i vicini di…X ( allora i propri vicini si scambiano di posto con i vicini di X); 3. no (tutti si alzano e cambiano posto, compreso l’interrogato). C’è sempre una persona che resta in piedi e deve cercare di sedersi |
3° incontro
4° incontro
I due gruppi vengono riuniti
1. Ci si divide in 2 gruppi
2. al 1 gruppo vengono date informazioni per calarsi nei panni della parte palestinese, all’altro della parte israeliana
3. separatamente vengono analizzate la validità delle proposte e si possono apportare eventuali modifiche
4. si elegge uno o due rappresentanti per ciascuno degli 8 punti della scheda (che tutti già hanno ricevuto in precedenza) sul conflitto mediorientale per poi incontrare il proprio corrispettivo dell’altro gruppo al fine di trovare un accordo
5. riferire, tornando in gruppo, sull’esito dello scambio
6. i due gruppi insieme valutano l’esito dei colloqui
Le sessioni plenarie e i laboratori si sono sostanzialmente alternati, l’obiettivo infatti era quello di dare una visione teorica e la possibilità di una sperimentazione pratica in relazione alle tematiche affrontate. Si è anche cercato di mantenere un filo conduttore fra i due momenti riprendendo durante i laboratori i temi più “scottanti” emersi durante le conferenze frontali. Sono stati inoltre, distribuiti i materiali dei relatori in modo da fornire ai corsisti, in itinere, anche un supporto teorico come spunto di ulteriori e personali approfondimenti.
Le giornate di studio con il partner straniero hanno avuto luogo nei giorni 23 e 24 aprile.
Inizialmente era prevista la presenza di due ospiti palestinesi, Mohammed Alami, rappresentante di PRCS di Gerusalemme e Suleymán Ka’abneh di UNRWA, ma poi, per ragioni contingenti alla grave situazione di emergenza in Palestina, ha potuto essere presente solo il rappresentante della minoranza beduina Suleymán Ka’abneh.
L’imprevisto ha naturalmente comportato una serie di difficoltà e la necessità di ricalibrare i due giorni di incontro che erano stati programmati in previsione dell’esposizione di due esperienze.
Si è comunque ovviato all’imprevisto attivando risorse a livello locale. E’ stato infatti invitato a partecipare al seminario il signor Habib Marouf, un figlio di profughi che hanno lasciato la Palestina in seguito alla creazione dello stato di Israele, che vive e opera già da diverso tempo nella provincia di Salerno.
Gli incontri sono stati divisi in due giornate in cui sono state approfonditi vari temi, inseriti naturalmente nell’ambito della più ampia “questione palestinese”.
In maniera specifica si è dato ampio spazio alla situazione dei beduini, minoranza all’interno della Palestina. E’ stato proiettato un video, molto interessante, sulla vita di una comunità beduina e Suleymán Ka’abneh ha raccontato la sua personale esperienza di rappresentante di una minoranza che, in quanto tale, subisce effetti peculiari estremamente devastanti in seguito al conflitto con Israele.
Habib Marouf ha parlato della questione palestinese in generale e ha poi raccontato la propria personale esperienza di ragazzo che ha dovuto crescere lontano dalla terra di origine. Sono stati anche proiettati due video sulla situazione nei campi profughi e sugli avvenimenti che hanno fatto seguito all’inizio della nuova Intifada,.
Si è anche organizzato un incontro con i due invitati presso la sede dell’Istituto Magistrale “Alfano I” a Salerno a cui hanno partecipato circa cento studenti e una ventina di docenti. L’esperienza è stata caratterizzata dalla vivacità tipica dei ragazzi che hanno fatto molte domande ai due relatori e alla rappresentante del CISP che ha moderato l’incontro.
La televisione locale “Tele Diocesi” ha anche realizzato un servizio sull’incontro con gli studenti, intervistando gli ospiti palestinesi e la coordinatrice nazionale del progetto e rappresentante del CISP.
Le giornate di approfondimento sul conflitto mediorientale hanno rappresentato un momento estremamente proficuo e ricco di stimoli per i partecipanti. Sicuramente è stato possibile cogliere delle “sfumature” relative alla questione che non sempre sono messe in evidenza quando si parla del conflitto israelo-palestinese come ad esempio alcune implicazioni di tipo economico o la cosiddetta questione dell’acqua.
Un altro aspetto molto interessante delle giornate di incontro internazionale è stato il grande interesse suscitato dagli interventi della coordinatrice nazionale del progetto e rappresentante del CISP che ha molto bene illustrato il lavoro delle ONG sui luoghi dei conflitti e nelle emergenze. Gi studenti dell’Istituto magistrale “Alfano I” sono stati molto incuriositi e hanno fatto domande a tal riguardo dando l’opportunità di introdurre anche delle tematiche più squisitamente legate allo sviluppo e alla intercultura. Anche fra i partecipanti alle giornate di seminario si è aperto un dibattito animato sul ruolo che le ONG dovrebbero avere e sul concetto di sviluppo. Si è avuta così un’ulteriore opportunità di approfondimento del tema “conflitto” e alla fine delle giornate di studio la sensazione dei partecipanti, ma anche degli organizzatori del corso, è stata quella di aver veramente avuto l’occasione di guardare alla questione mediorientale da “molteplici punti di vista”. Sicuramente è stato possibile evidenziare anche la grande difficoltà nel concreto di “gestione positiva dei conflitti”, a tal proposito basti pensare alla difficoltà oggettiva di organizzare le giornate prevedendo anche una partecipazione di rappresentanti israeliani.
Il corso sulla gestione dei conflitti ha sicuramente rappresentato un’ulteriore, significativo momento di crescita per l’associazione "COORDINAMENTO SOLIDARIETA' E COOPERAZIONE”. Il gruppo di progettazione ha partecipato all’elaborazione del corso e dei laboratori che sono stati condotti da tre formatori dell’associazione. Grazie a questa iniziativa, inoltre, l’associazione ha potuto ulteriormente consolidare la rete di relazioni, formali ed informali, all'interno della città, cosa che faciliterà senz’altro l’organizzazione e la realizzazione di ulteriori progetti formativi futuri.
Il rapporto con il CISP è stato caratterizzato, come sempre, da scambi improntati a forte collaborazione sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione del corso.