Daniele Novara nuovamente a Salerno

Incontro con l'autore

Lunedì 6 marzo 2023

ore 17.30 presso Sodalis Casa del Volontariato

Via Filippo Patella 2/6 Salerno

 

Locandina Daniele Novara

Giornata della Memoria 2021

Una lavagna virtuale ricca di risorse didattiche per non dimenticare a cura dell'Istituto Montalcini di Salerno

Giornata della Memoria 2020

L'Istituto di Istruzione Superiore Galilei-Di Palo di Salerno ospiterà la Mostra didattica "A lezione di razzismo" dal 23 gennaio al 3 febbraio 2020

Leggi tutto...

Nuovo libro di Daniele Novara “Organizzati e felici” a Salerno

Salerno 06.12.2019 sito

Altriponti- un progetto di capacity building co-finanziato dalla Commissione Europea


 LOGOCISP  LOGOUE  LOGOCSC
 

XX COMMISSIONE   E U R O P E A  

 

Progetto ALTRIPONTI

Una proposta di Educazione allo Sviluppo per la città di Salerno

Premessa

Altriponti è un progetto di capacity building  co-finanziato dalla Commissione Europea sulla linea di finanziamento denominata B7/6000, destinata alle Organizzazioni Non Governative per realizzare attività di educazione allo sviluppo sul territorio italiano ed europeo.

Nell’ambito della B7/6000, il capacity building (letteralmente “costruzione delle capacità) è un settore d’intervento destinato a quegli organismi che sono in grado di supportare ONG più piccole, organizzazioni di base, associazioni territoriali nel rafforzamento delle proprie capacità progettuali e gestionali di educazione allo sviluppo.

Ma che cos’è l’educazione allo sviluppo? Definita come "l'altro modo di cooperare", l'Educazione allo Sviluppo comprende una serie di attività di informazione, educazione e sensibilizzazione indirizzate all'opinione pubblica dell'occidente industrializzato. Tali attività hanno lo scopo di informare e far riflettere circa i molteplici legami esistenti tra il Nord e il Sud del mondo, presentare la situazione dei paesi in via di sviluppo e spiegare in che modo ciò derivi dal rapporto squilibrato tra Nord e Sud. Spiegando l'importanza di intrattenere un rapporto paritario e rispettoso nei confronti del Sud del mondo, l’EaS costituisce un mezzo per favorire una cultura dei valori civili, della pace, della solidarietà, dei diritti umani e al contempo un mezzo per contrastare ostilità, intolleranza e razzismo. Questo approccio viene utilizzato mediante conferenze, seminari, corsi di formazione, supporti didattici (centro di documentazione, ricerche...).

Le attività sono indirizzate al settore dell’educazione formale (scuole, insegnanti, studenti), a quello dell’educazione informale (operatori del terzo settore, educatori di strada, etc), alle istituzioni (policy makers, rappresentanti di Enti Pubblici), all’opinione pubblica in genere. Questo ambito di lavoro è presente nelle attività del CISP da circa 10 anni.

Ma cos’è il CISP? Partecipare alla elaborazione delle politiche di sviluppo e dialogare, in modo anche fortemente critico ma sempre costruttivo, con gli attori coinvolti nella loro formalizzazione e realizzazione: donatori, popolazioni destinatarie, partners e istituzioni locali. Questo è uno tra i punti qualificanti della missione del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP), una Organizzazione Non Governativa (ONG) europea nata nel 1982 e formalmente costituita nel 1983. Il CISP ha sede in Italia e opera nel campo della cooperazione internazionale e della lotta esclusione sociale. Per raggiungere i propri obiettivi, in collaborazione con vari partners locali, il CISP realizza programmi di aiuto umanitario, riabilitazione, sviluppo e ricerca applicata in circa 30 paesi africani, latinoamericani, mediorientali, asiatici e dell’est europeo.  Nell’occuparci di EaS, in questi ultimi anni ci hanno accompagnato riflessioni, appunti, pensieri che, scaturendo dalle concrete pratiche  educative, ci hanno portato a definire sempre più i nostri programmi con uno sguardo attento al mondo che cambia. E’ superfluo sottolineare come, proprio in seguito ai profondi cambiamenti registrati dai parametri dello sviluppo internazionale, in termini di mondializzazione, e ai riflessi sulle nostre stesse vite, la nostra azione educativa ha senza dubbio registrato delle innovazioni. Innanzitutto in termini di metodologia. Da qualche anno ormai nei nostri percorsi formativi destinati sia a formatori (docenti, educatori informali, operatori dello sviluppo, rappresentanti di Enti Locali) che a giovani, si utilizza un approccio misto, centrato cioè su tecniche “classiche” (lezione frontale) e su tecniche “laboratoriali” (focalizzate sul gruppo, oltre che sulla persona) che utilizzano la pratica del gioco, dell'azione creativa, dell'animazione sociale.

In altre parole, per poter affrontare temi complessi come l’intercultura, il dialogo fra diversi, la gestione positiva dei conflitti, l’educazione alla pace, la mondialità nell’ottica dell’interdipendenza nord-sud del mondo, abbiamo ritenuto opportuno affrontare tali temi, anche dal punto di vista della psicologia relazionale, di gruppo e delle organizzazioni sociali. In questo senso, sia con adulti che con giovani, l’uso dell’immagine, dei video, delle pratiche ludiche, è ritenuto uno strumento indispensabile da un lato per colmare il vuoto che spesso si registra tra la condizione personale e i problemi dell’universo pianeta, (i problemi sono così grandi che io da solo non posso farci nulla), dall’altro per educare a problematizzare, ovvero a leggere criticamente i fenomeni, usando un approccio multidisciplinare e diffidando delle ricette univoche che pretendono di risolvere problemi complessi. Nel corso di questi anni, ci hanno accompagnato nel nostro lavoro numerose associazioni territoriali con le quali abbiamo co-organizzato e co-realizzato corsi di formazione e di aggiornamento, iniziative pubbliche, incontri destinate a cittadine italiane. Salerno è una di queste


Perché ALTRIPONTI?
Altriponti vuole rappresentare un laboratorio di sperimentazione e di pratica reale dell’Educazione allo Sviluppo (EaS) in 6 regioni del centro – sud d’Italia. In ciascuna di queste regioni collaboreremo con un partner locale, a Salerno con l’Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione appunto, a Roma con Marameo, ad Agrigento con Acuarinto, a Matera con Solidarte, a Cagliari con Terra, a Reggio Calabria con Lunaria.

L’obiettivo è, oltre che rafforzare la capacità progettuale e gestionale di queste associazioni in ambito locale, valorizzarne anche la presenza sul territorio, metterle in rete con realtà europee e internazionali, favorire la nascita di una rete sull’EaS che sappia costruire altriponti, culturali, artistici, formativi, con realtà dei tanti sud del nostro pianeta.

La strategia che permea il progetto è quella di rafforzare la logica del lavoro in rete e di cooperazione tra realtà associative locali del sud Italia dotandole di strumenti metodologici adeguati allo sviluppo quantitativo e qualitativo di interventi che sensibilizzino il territorio alla conoscenza delle realtà del sud del mondo e alle dinamiche di interdipendenza. L’idea di fondo che permea la strategia CISP nel supportare queste associazioni, è che l’educazione allo sviluppo, educando alla globalità e all’interdipendenza delle relazioni non solo economiche, ma anche sociali e culturali fra le popolazioni del pianeta, se valorizzata e sostenuta nei piccoli contesti locali, può rappresentare una cornice ideale per lo sviluppo di pratiche innovative nel locale. L’esigenza comune espressa dai partner inoltre, è quella di avere maggiori opportunità di contatto diretto tra realtà locali e/o periferiche italiane ed esperienze del sud del mondo, così da poter arricchire le attività di educazione allo sviluppo con esperienze concrete. Il progetto prevede quindi, di rispondere al bisogno emerso dai partner locali dando l’opportunità di creare collegamenti sud-sud. La metodologia utilizzata prevede in questo senso, una formazione teorico - pratica per gli operatori delle associazioni locali nel primo anno. In particolare il passaggio dalla formazione teorica all’utilizzo delle tecnicalità apprese come strumento operativo per la gestione delle proprie attività e sul quadro delle politiche europee, si realizza attraverso un training on the job, attività che interesserà il secondo anno e che trasformerà i beneficiari di primo livello in agenti promotori di azioni di sensibilizzazione sul territorio attraverso l’organizzazione e la realizzazione di interventi territoriali che promuovano la conoscenza ed il collegamento con paesi in via di sviluppo.

Il training on the job Mentre nel primo anno le associazioni parteciperanno a un corso di formazione composto di 3 pacchetti formativi, nel secondo anno, saranno i territori, le città, le scuole, ad essere interessati dal laboratorio di sperimentazione. Durante il primo anno, infatti, si metteranno le basi per immaginare, adattare al proprio contesto e poi identificare il tema collegato all’educazione allo sviluppo (interdipendenza economica nord – sud, interdipendenza culturale, educazione informale e sviluppo, ruolo della cultura, accoglienza, immigrazione, partecipazione sociale e autoimprenditorialità) che ciascuna città tratterà per poi metterlo in pratica il secondo anno. Sarà possibile scambiare esperienze, metodi di lavoro tra associazioni, ma anche tra amministrazioni locali. Il CISP, in questo quadro farà da tramite tra le realtà dei PVS e quelle locali. Sarà possibile far venire un ospite dall’estero, dopo che tema di lavoro e paese di riferimento saranno stati identificati a  livello locale, mentre sarà compito dell’Associazione locale sensibilizzare gli Enti Locali a supportare l’iniziativa, soprattutto in termini di amplificazione nell’ambito dell’evento del secondo anno, ma anche in termini di compartecipazione, ad esempio attraverso la fruizione dei corsi di formazione.

Apprendere dall’altro  L’interdipendenza non è nuova in questo pianeta, ma oggi il rischio che una parte, la più piccola e la più “fortunata” subisca improrogabilmente effetti e danni dello squilibrio che registra con l’altra parte, la più grande e la più “sfortunata”, è ormai un dato di fatto. Apprendere dall’altro significa innanzitutto liberare dal pregiudizio. Identificare un tema, organizzare un evento, far venire una testimonianza dai cosiddetti Paesi in Via di Sviluppo, rappresenta non solo un’occasione di conoscenza dell’altro, ma anche un momento per rappresentare il proprio territorio, i bisogni, i problemi, le risorse e quindi un momento per conoscere (ed eventualmente sperimentare a livello locale) quei meccanismi di partecipazione sociale, solidarietà, e autosviluppo che stanno garantendo la sopravvivenza (in termini, culturali, sociali, economici) a chi, in altre parti del mondo, è costretto a non considerare più come situazione d’emergenza la situazione di svantaggio in cui vive.  L’esercizio è quello di parlare globale, sperimentando locale, attualizzare e riportare alla concretezza, alla praticabilità e alla sostenibilità.

Il supporto che si chiede al progetto quindi, è duplice, da un lato c’è l’idea di confrontare lo stesso percorso in 6 contesti territoriali diversi tra loro, e così di intercambiare percorsi, risorse, conoscenze, dubbi, difficoltà; dall’altro c’è l’idea di supportare l’associazione locale di riferimento a realizzare questo lavoro di training on the job, (formazione sul lavoro) a sostanziare nella propria città quanto già il progetto prevede, ma con risorse esigue, adatte a realizzare un’attività, ma non a potenziarla, renderla visibile, accrescerla di contenuti, adattarla alle esigenze che in corso d’opera possono emergere.


Vai agli incontri >

Pubblicazioni

Consumo critico e buone pratiche

ConsumoCritico Cover

Anno di pubblicazione: 2010

Qui non ho visto nessuna farfalla

disegnofarfallasfondo

Materiali per una didattica della memoria

Anno di pubblicazione: 2006

Leggi tutto...

Educazione interculturale

Educazione Interculturale

Dal rispetto delle diversità all'arricchimento reciproco

Anno di pubblicazione: 2001

Leggi tutto...