Il Progetto Altriponti
Il CISP (Comitato Internazionale per lo
Sviluppo dei Popoli è una Organizzazione Non Governativa nata
nel 1982 e impegnata in oltre venti Paesi in Via di Sviluppo. I
settori prioritari di intervento sono: sviluppo rurale,
sicurezza alimentare (agricoltura, pesca, acquacoltura e
allevamento su piccola scala) e lotta alla povertà, salute
rurale e urbana, educazione e formazione, gestione delle risorse
naturali e ambiente, appoggio ai processi di pacificazione.
Nell'ambito dell'emergenza e dell'aiuto umanitario, il CISP
opera nei seguenti contesti: attenzione integrale alle comunità
di rifugiati, rimpatriati e sfollati; servizi di salute;
disaster preparedness; ricostruzione e riattivazione produttiva
in seguito a catastrofi naturali o conflitti.
In
Italia si occupa principalmente di attività di formazione, informazione
e sensibilizzazione con una
filosofia precisa, ovvero quella di supportare direttamente associazioni
locali impegnate in attività sociali, culturali e educative,
e di lavorare con queste per la sensibilizzazione e il coinvolgimento
attivo dei territori.
E’
da questa esperienza che nasce Altriponti,
un progetto che intende rafforzare le capacità progettuali e gestionali
di sei medie e piccole associazioni locali del centro-sud d’Italia
(l’Associazione Coordinamento
Solidarietà e Cooperazione a Salerno, il G.I.S.
Marameo a Roma, l’Associazione Acuarinto
ad Agrigento, l’Associazione Solidarte
a Matera, l’Associazione Terra
a Cagliari e la cooperativa Lunaria a Reggio Calabria)
attraverso un percorso di “costruzione delle capacità” o, se
vogliamo usare il termine anglosassone, di capacity
building, finalizzato a sperimentare nelle sei città sei esperienze alternative di educazione allo
sviluppo, ovvero di ponte, di scambio, di conoscenza con 6 realtà
provenienti da Paesi in via di Sviluppo.
Altriponti
è un percorso iniziato nel 2003 e che sarà portato a compimento nel
giugno 2005, che ha visto la realizzazione di attività di formazione
finalizzate alla conoscenza dell’Unione Europea, delle sue strategie e
dei suoi programmi, all’acquisizione di metodologie progettuali e di
tecniche di lavoro in rete e che intende condurre alla sperimentazione
concreta di attività territoriali di educazione allo sviluppo che
abbiamo voluto chiamare “ponti”, in quanto le associazioni coinvolte
sono giunte ciascuna alla costruzione di un percorso comune di scambio,
conoscenza e interazione con una realtà del sud del mondo, con la quale
scambiare e dalla quale apprendere.
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