L'autobiografia attraverso i giochi cooperativi
Scuola Media Statale di Controne     
Angela Marano  
Pace, sviluppo, cooperazione: sono questi i grandi obiettivi e le grandi sfide dell'uomo, destinati però a rimanere sul piano delle affermazioni di principio, se non si costruiscono i presupposti culturali affinché tali concetti possano radicarsi e crescere. Anche la pace, dunque, come prodotto culturale della società umana va costruita giorno per giorno. Essa è il frutto di un graduale processo di maturazione, scoperta, interiorizzazione, assunzione di specifici modi di essere, di pensare, di agire, di guardare e considerare se stessi, gli altri, le cose.
Da tali considerazioni e dalla necessità di favorire e migliorare la crescita dei rapporti interpersonali, sulle tracce di una pedagogia narrativa, è stato rivolto agli alunni della classe II B uno specifico itinerario educativo e didattico.
Questo - strettamente legato alle finalità, agli obiettivi, a contenuti specifici dell'educazione linguistica - si è caratterizzato per l'utilizzo del gioco come strumento di conoscenza di sé e degli altri, e in particolare dei giochi cooperativi ritenuti i più adatti a favorire il coinvolgimento di tutti gli alunni, a creare un'atmosfera di accettazione e fiducia, a comunicare nel rispetto delle diversità, a superare l'immagine del nemico.
Dati i suddetti obiettivi, qui di seguito si presentano - a titolo di esempio - la descrizione di tre giochi cooperativi, le conseguenti attività di dopogioco e relative produzioni grafiche e verbali realizzate dagli alunni. Tutto ciò risulta inserito come già detto nel piano di lavoro annuale di Educazione Linguistica e precisamente nel segmento riferito all'analisi, alla comprensione e alla produzione di pagine autobiografiche.

 

MI CHIAMO... PERCHE'...
L'insegnante invita ogni alunno a spiegare al gruppo eventuali motivi che hanno spinto i genitori ad attribuirgli il nome che porta.
 Nel dopogioco l'insegnante fa emergere che il nome può essere un elemento che accomuna, elemento culturale in quanto molti portano il nome del proprio nonno/a, zio/a…

L'ALBERO GENEALOGICO

Ogni alunno è invitato dall'insegnante a disegnare un albero su un foglio. Sul tronco dovrà scrivere il proprio nome, sulle radici riporterà oggetti, luoghi, persone, esperienze… che hanno segnato la propria vita; sui rami rigogliosi riporterà desideri, interessi, qualità…, sui rami secchi ciò che non piace di sé, che ormai appartiene al proprio passato.
All'elaborazione grafica segue il racconto in forma orale del proprio albero al gruppo e la sistemazione dello stesso su un cartellone comune, da appendere poi in aula.
Infine tramite una scheda predisposta, gli alunni individualmente analizzano il gioco.
1Che cosa ho scoperto di me ?
Che ho molte cose in comune con i miei compagni.
2Quali obiettivi dai al "gioco" ?
Io credo che questo gioco sia molto importante per ognuno di noi; infatti abbiamo
raccontato a tutti, e forse per la prima volta, le basi su cui è costruita la nostra vita,i legami che abbiamo con oggetti, persone, luoghi cari e importanti per noi.
3Quali difficoltà hai incontrato ?
Nessuna
4Che cosa ti ha facilitato ?
Il gioco mi ha aiutato a capire che non ci sono solo nella mia vita le difficoltà, i dolori… ma ci sono - anche se minimi - nella vita di ognuno.

 

LA FACCIA OSCURA DELLA LUNA

Dall'insegnante ciascun alunno è invitato a individuare una componente del proprio carattere che non accetta. "Ciò che non mi piace" dovrà poi essere trasformato in un disegno fatto di colori e forme. I disegni serviranno per costruire un poster.

Successivamente - sempre individualmente- si dovranno scrivere su un biglietto parole che possano raccontare i propri difetti : la faccia oscura della luna! Per esempio - rispetto alla figura riportata- il ragazzo che l'ha disegnata ha scritto : Non mi piace…FARMI METTERE I PIEDI IN TESTA . Raccolti i biglietti l'insegnante svelerà ciò che vi è scritto e invita gli alunni ad intervenire ordinatamente per individuare non l'autore del biglietto, ma a quale disegno il biglietto si può riferire. Si sviluppa quindi una discussione dove ognuno spiega la propria scelta. Infine si prosegue con l'analisi del gioco.
1.Che cosa ho scoperto di me ?
Ho scoperto di essere appassionato di calcio.
2.Quali obiettivi dai al "gioco" ?
Di scoprire il nostro "handicap" e di esprimerlo.
3.Quali difficoltà hai incontrato ?
Non sono riuscito a capire subito che cosa disegnare.
4.Che cosa ti ha facilitato ?
I suggerimenti della professoressa
Elvidio
 
Attraverso i giochi cooperativi tutti gli alunni hanno potuto raccontare e raccontarsi in un clima di accettazione reciproca. Altri testi autobiografici sono stati scritti e riposti poi in uno scrigno : lo scrigno dei ricordi. 
I giochi cooperativi dunque hanno aiutato chi decide di parlare di sé a continuare da solo con uno sguardo più trasparente, più vigile, più consapevole.
-      Hanno fatto crescere nel gruppo l'amicizia e la solidarietà anche organizzativa
-     In quanto strumenti di apprendimento globale i giochi cooperativi sono risultati un veicolo privilegiato da inserire nella pratica didattica in vista del cambiamento del pensiero al plurale.