Chi ben comincia…
Scuola Media “M.Ripa” di Eboli
Angelamaria Fiorillo

I giochi di cooperazione rappresentano, oggi, una vera e propria pratica didattica e possono trovare una giusta collocazione all’interno del curriculum disciplinare per la loro forte valenza educativa.
Appare a tutti chiaro che educare i ragazzi al valore della pace, dell’accettazione dell’altro e di sé, della tolleranza, alla risoluzione non violenta dei conflitti, alla visione interculturale del mondo, è uno degli obiettivi fondamentali della scuola, anche senza andare a scomodare le nuove teorie in campo sociale e pedagogico.
L’esperienza che vi presentiamo in queste pagine è stata realizzata nelle classi 1° e 3°A della scuola media “M.Ripa” di Eboli (SA) e fa parte del primo modulo della programmazione educativa e didattica, denominato “Accoglienza”.
 

Accoglienza

1° A
 Obiettivi:   
§   Conoscere e farsi conoscere senza pregiudizi
§   Valorizzare il proprio nome e rapportarsi agli altri
§   Stabilire un contatto “caldo” con gli altri
§   Conoscere meglio se stessi per rapportarsi  meglio agli altri
§   Ricercare la positività in noi per riconoscerla negli altri
 Attività:
giochi di conoscenza:           -  un passaporto speciale
                                             -  biglietti da visita creativi
 
giochi di accettazione e di relazione:     -  sono fiero di…
                                                              -  logogrifo

 

I primi due giochi sono di presentazione: prima i ragazzi sono invitati a disegnare il proprio “passaporto”, utilizzando le lettere del proprio nome per farne iniziali di oggetti da disegnare (ad esempio: MARIA = mare, albero, ruota, indiano, arcobaleno,…); poi, girando liberamente nella classe, si fermeranno a un segnale stabilito ( un numero, un battere di mani…) e formeranno coppia con il proprio vicino, giusto il tempo di indovinare i loro nomi.

Tornati al proprio posto, potranno trasformare il “passaporto” in un biglietto da visita da attaccare sul banco e aggiungere anche una frase che esprima un aspetto particolare del proprio carattere (ad esempio: Mi piace molto giocare a nascondino).

 

I ragazzi, molti dei quali non si conoscevano perché provenienti da zone diverse della città, hanno avuto modo di rompere il ghiaccio, di superare l’impatto con i nuovi insegnanti e compagni, di prendere confidenza con la nuova realtà scolastica. Anche la formazione di coppie spontanee ha permesso loro di stringere più velocemente rapporti di conoscenza all’interno della classe.

Gli altri due giochi, invece, servono ad aiutare i ragazzi a riconoscere le proprie capacità di fronte ai compagni e a sapersi confrontare.
Disposti in cerchio i ragazzi, si chiede ad ognuno di loro di completare la frase “Sono fiero di … perché….”
E’ interessante leggere qualche risposta:
“Sono fiera di aiutare i compagni che sono in difficoltà perché non vanno lasciati soli” (Erminia)
“Sono fiero di essere riuscito a pattinare perché ci ho messo molto impegno ad imparare” (Andrea)
“Sono fiera quando vado a far visita alla nonna perché è una persona molto sola” (Maria Laura)
“Sono fiero dei miei genitori perché non mi fanno mancare niente.” (Mario)
 
Il logogrifo è un gioco linguistico che serve a riconoscere le parole che sono nascoste in altre parole (Es: ARMADIO = ARMA  ROMA  RIO…)
Si può utilizzare anche per i nomi. Vediamo come, attraverso gli esempi:
Scrivere in stampatello tutto di seguito, nome e cognome!
ERMINIASPARANO
MERI  -  SARA -  NON – SAPRAI – PANE – RANA – NOEMI – MARIA – NINO – REMO – ARPA – SERA – SAPONE – PANNA – ARMA – ROMA – ORME – RAMO – SEMI – SPARARE – RIMA – MIRARE – NASO
 
Tra i logogrifi sono stati scelti quelli che, combinati insieme, possono dar vita a una proposizione di senso compiuto: NOEMI, SAPRAI PARMA ROMA MIRARE!
STEFANIADINUTO
FESTA – TESTA – AUTO – TANA – DUE – FANNO-   DIANA – DITO – DADO – ANITA – ANNA – NOTA -  UNA – DI – NADIA – E-
 DIANA, NADIA  E  ANNA FANNO UNA FESTA
 
E’ un modo per esprimere qualcosa di sé, perché nella scelta delle parole e nella combinazione che viene fatta nell’organizzare la frase, i ragazzi, inconsciamente, mettono in risalto qualcosa che appartiene al loro vissuto: un cruccio, un aspetto del proprio carattere, un desiderio…..

I giochi nella classe terza A

I giochi di cooperazione e di conoscenza hanno avuto, nel primo periodo dell’anno scolastico, risultati veramente notevoli perché i ragazzi li hanno considerati un modo diverso, coinvolgente e piacevole di riprendere la scuola. Sono serviti anche, e soprattutto, a fare riflessioni importanti che hanno messo in luce aspetti del proprio carattere e comportamento non evidenziati durante tutto il triennio.
-      Successo e felicità
Obiettivi:    -   far emergere l’idea di successo che ogni ragazzo ha
                   -  saper riconoscere il proprio atteggiamento di fronte al successo
Attività:      -   formazione di gruppi eterogenei
                  -   risposte individuali a un questionario sul successo
                  -   socializzazione e discussione delle risposte
                  -   intergruppo
Risultati: E’ interessante affidare alla voce degli stessi ragazzi protagonisti il commento sui risultati ottenuti con quest’attività:
“….Ho imparato molte cose su di me e cioè che so giudicare in maniera realistica i miei successi, quando qualcosa mi va bene, non mi comporto in maniera troppo esuberante per non ferire un compagno; però gli altri non si comportano allo stesso modo con me perché il gruppo segue sempre la persona che in quel momento ha successo. Mi sono molto meravigliata che un gioco, in apparenza stupido e insignificante, possa essere così d’aiuto..”  (Sibilla)
 “… sento di avere successo quando insegnanti, amici o familiari si congratulano con me o mi ringraziano per aver fatto qualcosa; mi si apre il cuore e provo una grandissima gioia e orgoglio per me stessa. Al contrario mi sento una fallita quando vengo umiliata e rimproverata davanti a tutti oppure quando mi impegno molto per realizzare qualcosa e non ci riesco.”    (Anna)

 

La performance finale si è avuta con la realizzazione di pubblicità progresso. Qui presentiamo solo qualche slogan:
§         Avere successo non significa essere importanti
§         Il successo non è avere tanti soldi ma tanti sogni
§         Il successo si guadagna
§         Il successo non è guardare il cielo ma toccare le stelle
§         Non è importante avere successo nella vita, ma avere uno scopo preciso
 
Il secondo gioco di comunicazione è stato “Di te mi piace
Il procedimento è molto semplice in quanto i ragazzi, divisi in gruppi di quattro, dovranno trascrivere i nomi dei compagni su un foglio, avendo l’accortezza di lasciare uno spazio tra l’uno e l’altro; in questo spazio ognuno dovrà scrivere frasi di apprezzamento sui compagni.
Vi assicuro che non è stato facile. Gli stessi ragazzi hanno convenuto che è molto più semplice esprimere considerazioni negative sui compagni che non formulare quelle positive, e per di più davanti al gruppo.
Anche in questo caso è più opportuno leggere cosa hanno scritto i ragazzi:
“…in questo modo impariamo anche a conoscerci meglio all’interno della classe. I miei compagni hanno trovato degli elementi positivi su di me, apprezzano la mia grinta, la mia simpatia ed il fatto che non escludo mai nessuno…ma qualcosa a loro sarà sfuggito…perché credo di avere anche alcuni difetti…All’interno del gruppo mi sono sentita molto apprezzata, orgogliosa e felice!”     (Anna)
“…Nel gruppo ho avuto delle difficoltà, perché non solo non li conoscevo, ma anche perché non avevo mai parlato veramente con questi compagni. A proposito degli elementi positivi, i miei compagni sono stati molto buoni a giudicarmi, infatti io non credevo di essere così ben accettata dal gruppo!…”   (Vitina)
“…. In un primo momento mi sono sentita in difficoltà perché avevo vergogna di esprimere le qualità dei miei amici, ma dopo qualche scherzo, tutto è diventati più semplice!….”  (Luana)
“…Mi sono sentita al centro dell’attenzione e allo stesso tempo un po’ preoccupata per quello che potevano dire i miei amici sul mio conto…questo gioco mi ha incoraggiata ad essere più sicura di me, a non temere i giudizi dei compagni….adesso penso che  è giusto esprimere un giudizio, sempre tenendo conto della sensibilità degli altri, senza per questo sentirsi offesi o offendere gli altri, importante è agire con lealtà!…”    (Annalucia)