Ecco
alcune delle attività e dei giochi realizzati con i ragazzi:
·
PRESENTAZIONE
A COPPIE (obiettivi:
conoscenza, comunicazione, ascolto)
TEMPO
: 50 minuti
Si
formano le coppie con una delle seguenti modalità :
-
I
partecipanti sono in circolo e il conduttore è al centro e tiene
tra due dita tanti laccetti
(corrispondenti alla metà del numero dei partecipanti ). Ciascuno
afferra un’estremità
.
-
Il
conduttore numera i partecipanti in due serie (es. da 1 a 9
se i partecipanti sono 18).
A
occhi chiusi i ragazzi si aggirano nell’aula pronunciando ad alta
voce il proprio numero, finchè tutti hanno trovato il compagno con
lo stesso numero.
Seduti
uno di fronte all’altro ciascun elemento della coppia ,nel tempo
di 3 minuti, si presenta all’altro che deve ascoltare in silenzio
(senza fare domande , osservazioni, o altro) . Poi si invertono i
ruoli.
Seduti
in circolo ciascuno ora presenta il proprio compagno al gruppo
DOPOGIOCO
: E’ stato facile o difficile parlare di sé al compagno?
E’ stato facile o difficile ascoltare il compagno senza
intervenire? Perché ? Come vi siete sentiti nella
descrizione del compagno ? Ci sono state aggiunte, omissioni,
interpretazioni?
·
LO
SCULTORE (obiettivo:
comunicazione verbale)
TEMPO
: 15 minuti
Uno
dei partecipanti è lo
scultore, gli altri in coppie sono le sculture. Lo scultore deve
plasmare una figura, dando indicazioni esclusivamente verbali (senza
muoversi o mimare) . Le coppie eseguono . Lo scultore, quando
è soddisfatto della propria opera , dà il titolo alla
scultura; al suo grido “ accorrete gente, accorrete!”, le
coppie si sciolgono e se ne formano altrettante, con una diversa
composizione. Chi resta fuori fa lo scultore.
.
LIBERI NELLO SPAZIO (obiettivo:
sperimentare una comunicazione
non verbale)
TEMPO
: 5 - 10 minuti
Musica
di sottofondo, i partecipanti si bendano. Il conduttore invita i
partecipanti a comunicare, a entrare in contatto tra loro,
muovendosi liberamente nell’ambiente, ma senza parlare.
DOPOGIOCO
:
-
Che
cosa è successo ? Come vi siete sentiti? Non vedere, non poter
parlare ,ha impedito la comunicazione? E’ stato piacevole o
no?Abbiamo scoperto qualcosa di noi, sulla nostra modalità di
comunicare in modo non verbale?
·
IL
CIECO E LA GUIDA (obiettivo:
empatia e
ascolto non verbale)
TEMPO
: 20 minuti
-
Formare
le coppie : in piedi, in due file parallele, ad occhi chiusi e
con le mani protese in avanti
cercare il dirimpettaio.
-
Ogni
coppia è formata da un cieco (bendato) che è guidato
dall’altro in un percorso. Non si può assolutamente
comunicare verbalmente. Dopo 3 minuti ciechi e guide si
scambiano i ruoli.
DOPOGIOCO
: Come ci si è sentiti da ciechi/ da guida? Ci sono state
difficoltà nell’ascoltare, nell’entrare in empatia con
l’altro? Come hai vissuto l’asimmetria dei ruoli ? ( dipendenza…
lasciarsi guidare…controllo….)
Ti sei fidato? Che
cosa ho scoperto di te ? e dell’altro?
·
L’INTERVISTA
(obiettivi: esporsi, parlare di sé, superare la paura
di essere giudicato, ascolto attivo)
TEMPO
: 30 minuti
-
Formare
le coppie : seduti in circolo ciascuno cerca con lo sguardo un
compagno. La formazione definitiva della coppia è sancita da un
occhiolino reciproco.
Le
coppie , sedute di fronte, si intervistano reciprocamente per 3
minuti a testa, ponendosi queste domande: Che cosa non ti piace
? Quando vieni ferito? Quando fingi? Quando hai paura?
Chi
ascolta l’altro, dovrà ripetere, rimandargli più volte la
domanda o le affermazioni, in altre parole
fargli da specchio al fine di
aiutarlo a meglio definire i propri sentimenti (ad
esempio, con domande del tipo “Che cosa esattamente non ti
piace?” ). Gli osservatori dovranno prestare attenzione alla
dinamica attivata dalla ripetizione/riformulazione della
domanda.Nel dopogioco
ognuno
proverà ad esplicitare dal suo punto di vista gli aspetti
che ha vissuto/osservato circa la
dinamica della comunicazione.
·
GIOCO
DI RUOLO :”TORTA E
TV”
(obiettivo: provare a risolvere un
conflitto quotidiano attraverso la negoziazione e la
ricerca di soluzioni positive )
TEMPO
: 30 minuti
Si
distribuisce ai partecipanti una copia della situazione
da inscenare :
Lucio,
il padre di Giovanna, torna dal lavoro e si siede al
tavolo della cucina; poi accende la TV in attesa delle
notizie del telegiornale. Infatti si prevede uno
sciopero dei mezzi di trasporto per l’indomani e Lucio
deve necessariamente sapere dall’ultima edizione del
telegiornale se potrà recarsi al lavoro. Poi si alza e
va nella camera accanto per fare delle telefonate di
lavoro. Nel frattempo Giovanna si è messa a preparare
una torta perché l’indomani è il suo compleanno e a
scuola c’è l’usanza di festeggiare con dolci fatti
in casa .Per preparare la torta è necessario che
Giovanna usi
il tritatutto(per sminuzzare
mandorle e nocciole)
e il frullatore ( per la panna montata).
Lucio
ritorna in cucina proprio per l’ora del telegiornale ,
mentre Giovanna è alle prese con il tritatutto. Il
padre ordina a Giovanna di non far rumore. La figlia
risponde che è entrata per prima in cucina e che deve
necessariamente preparare la torta.
Nasce
un litigio che non fa sbloccare la situazione
e non realizza il bisogno di nessuno dei due.
Due
volontari rappresentano il role – play col litigio
finale.
Al
termine della messinscena il conduttore chiede : come si
può risolvere a questo punto la situazione in modo da
soddisfare al meglio le esigenze di entrambi? Si possono
seguire le fasi per la soluzione positiva di un
conflitto, elaborate da Gordon :
1.
Con
la tecnica del brainstorming si scrivono su un
cartellone tutte le possibili soluzioni che i ragazzi
propongono (registrarle senza valutarle)
2.
I
ragazzi valutano le soluzioni emerse , eliminando quelle
non accettate , anche se da uno solo
3.
Tra
quelle rimaste si individua (evitando la votazione) la
soluzione migliore
4.
Il
conduttore invita i ragazzi a stabilire i compiti per la
sua realizzazione
5.
Due
ragazzi rappresentano la soluzione positiva del
conflitto.
·
PROBLEMA
TUO, MA NON SOLO (obiettivo: entrare nel
problema dell’altro cercando di individuare
soluzioni)
TEMPO
: 30 minuti
Ogni
ragazzo scrive in forma anonima su un foglio un
problema personale che può riguardare il suo
rapporto con la famiglia, la scuola, gli amici, lo
sport o un altro ambito definito in partenza.I fogli
piegati vengono consegnati al conduttore, il quale
li mescola e li fa pescare a caso dai partecipanti.
Così ciascuno si troverà tra le mani un problema
non suo, a cui tuttavia cercherà di dare una
possibile soluzione, che metterà per iscritto sul
retro del foglio. A rotazione si leggono i problemi
e le soluzioni proposte. Poi i ragazzi ripongono al
centro i biglietti e ciascuno riprende il proprio,
considerandolo un aiuto al suo problema.
·
IL
NASTRO ROSSO (obiettivo: vivere
empaticamente la situazione di disagio e di
esclusione di chi e’ diverso)
TEMPO
: 20 minuti
La
partecipazione è su base volontaria: ai ragazzi che
decidono di aderire all’esperimento di provare
sulla propria pelle il disagio del “diverso”,
si chiede di portare al braccio un nastro
rosso oppure un altro segno “distintivo”
(per esempio, truccarsi un solo occhio) per
una settimana, e di registrare accuratamente nel
corso della settimana espressioni
non verbali, silenzi, sguardi, domande,
giudizi, commenti delle persone.
I
volontari che si sono sottoposti all’attività
durante la settimana precedente
leggono tali reazioni.
DOPOGIOCO:
-
Che
sentimenti hai provato nel vivere con addosso un
segno tangibile di differenza? (Vergogna?
Indifferenza? Paura? Coraggio? Isolamento?
Superiorità? Comicità? Altro?)
-
Commenta
la tua risposta. Quali sono stati i sentimenti che
hai avvertito intorno a
te? (Ostilità? Paura? Simpatia? Pregiudizio?
Tenerezza? Disprezzo? Indifferenza? Cordialità?)
Tutti possono esprimere le proprie
osservazioni.
·
LE
STRISCE PEDONALI
(obiettivo: esercitarsi alla
legalità e a trovare soluzioni alternative a
forme omertose di complicità)
TEMPO
: 30 minuti
Si
legge il testo “Le strisce pedonali” (tratto
dal volume “Scegliere la pace: Educazione alla
solidarietà” di D. Novara e P. Londero (EGA):
Una
sera ero in vespa con Tonino,un mio
amico.Insieme stavamo andando ad incontrare
degli amici che abitano dall’altra parte della
città. Eravamo un po’ di fretta, ma non solo
per questo non ci siamo fermati alle strisce
pedonali, mentre un vecchietto le stava
attraversando. Una vespa non è ingombrante come
una macchina e ci passa benissimo sulle strisce,
anche se qualcuno le sta attraversando.
L’abilità del mio amico è proprio quella di
schivare le persone senza danni né a loro, né
a noi, almeno fino a quella sera. Infatti Tonino
forse non ha preso bene le misure e non è
riuscito a schivare il vecchietto, che così è
stato investito. Ripreso il controllo della
vespa quasi caduta, è scappato via, ed io con
lui naturalmente. Il giorno dopo leggiamo sul
giornale che un vecchietto versava in gravi
condizioni all’Ospedale a causa
dell’investimento di una vespa con a bordo due
ragazzi. Veniva indicato anche il numero di
targa della vespa, che ovviamente si stava
cercando di rintracciare assieme al conducente.
Poco dopo mi telefona Tonino per dirmi che, se
qualcuno avesse chiesto informazioni, di
rispondere che noi quella sera ci trovavamo da
tutt’altra parte rispetto al luogo
dell’incidente.
1.
Te
la sentiresti di essere complice?
2.
Prova
a metterti nei panni di chi è stato investito
3.
Che
faresti al posto del ragazzo?
Ciascuno
scrive le proprie risposte, in forma anonima, su
un foglio. I biglietti si mescolano, si
ridistribuiscono e si leggono, a rotazione, ad
alta voce, per essere poi sistemati a terra, in
modo da poter essere visti da tutti.
·
LA
TORTA MONDIALE
(obiettivo: immedesimarsi
nelle relazioni di squilibrio
internazionale
e
vivere
contemporaneamente una vivace
dinamica di gruppo)
TEMPO
: 30 minuti
Il
conduttore porta una bella torta e promette
ai partecipanti al gioco che ciascuno ne
avrà una fetta; prima però i giocatori
devono cambiare identità : ciascuno di loro
deve assumere il ruolo di rappresentante di
uno Stato aderente all’ONU.
Lo
Stato da rappresentare non si sceglie a
piacere , ma si pesca a sorte da un mazzetto
di bigliettini preparati in anticipo (i
bigliettini sono dello stesso numero dei
partecipanti, e su ciascuno di essi è
scritto il nome di uno Stato diverso).
Quando
finalmente prendono posto a tavola (dove
troveranno un segnaposto su cui è scritto
il nome del Paese rappresentato e il reddito
medio), i ragazzi scoprono che la fetta di
torta
cui hanno diritto non è uguale per
tutti, ma è proporzionale al reddito medio
pro-capite dei cittadini dello Stato che
ciascuno di loro rappresenta.
Le
reazioni e le considerazioni dei ragazzi di
fronte a questa situazione consentono di
avviare una riflessione sugli squilibri
nella distribuzione e nel consumo delle
risorse tra i Paesi ricchi del Nord del
Mondo e quelli del Sud.
A
conclusione degli incontri di laboratorio,
è stato chiesto ad alcune alunne che vi
hanno partecipato di spiegare le loro
impressioni su questa esperienza nel modo
semplice e diretto con cui le avrebbero
raccontate ad una compagna. Ecco alcune
delle loro testimonianze :
"Il
progetto di Educazione alla legalità è un'
esperienza che ti aiuta a crescere, a farti
rendere più responsabile e tollerante verso
gli altri, ad esporre le tue idee in una
maniera sempre costruttiva, talvolta
indiretta, ma che ti arricchisce
interiormente. Gli incontri sono piacevoli
sia per come sono strutturati gli argomenti
(cioè attraverso giochi semplici), e sia
per la scelta degli argomenti stessi. Questo
corso ti aiuta a scoprire come tante cose
che spesso consideriamo banali, scontate,
nascondano in realtà verità importanti, e
ti spinge a prendere coscienza di tanti
problemi della società attuale. Questa
bella esperienza non ti impone niente, né
ti priva di qualcosa; ne puoi trarre solo
buoni vantaggi nel migliorare i tuoi
rapporti con gli altri. "
"Quest’anno
ho partecipato al corso di Educazione
alla legalità. Non lasciatevi
impressionare da questo
"parolone", perché non si
tratta di uno di quei soliti,
noiosissimi incontri che si tengono a
scuola, tutt' altro! E' stato un vero e
proprio divertimento! Ogni incontro, che
si svolgeva di pomeriggio, una volta a
settimana, era un'occasione per fare
nuove amicizie...: prima di iniziare,
chiacchieravamo, e poi ... tutti pronti
per incominciare! Eravamo seduti tutti
in cerchio, uno accanto all' altro, e
fra noi c'erano anche le due conduttrici
del corso, che si tiene già da diversi
anni.
Quest
'esperienza è stata utile non soltanto
per conoscere nuovi amici, ma anche per
conoscere meglio noi stessi e il
nostro comportamento nei confronti degli
altri. Ogni incontro ci ha insegnato ad
essere ascoltati, ma anche ad ascoltare
e a capire gli altri, non soltanto
tramite le parole, ma anche attraverso
semplici sguardi o gesti. Sicuramente il
prossimo anno si ripeterà questa
magnifica esperienza, quindi non
lasciatevi sfuggire questa occasione.
La
cosa che colpisce in queste
testimonianze è la consapevolezza di
aver scoperto qualcosa di nuovo su di
sé : scoprire maggiore affiatamento
anche verso chi già si conosce,
scoprire che anche gli altri vivono le
stesse problematiche, sperimentare un
clima "accettante" che si
vorrebbe poter trasferire anche all'
esterno, imparare ad apprezzare la
diversità. Del resto nei laboratori i
ragazzi, messi in condizione di
esprimere più liberamente le proprie
sensazioni, rivelano una complessità
interiore molto maggiore di quella che
emerge nel corso delle
"normali" lezioni: dubbi,
timori, ansie, ma anche aperture,
speranze e propositi a volte
insospettati, o comunque più variegati
e sfaccettati di quanto non si sia
portati a credere da adulti. Della serie
: "Non si finisce mai di imparare!
"